Trattamento Degradante del Detenuto e Spazio in Cella: Cassazione su Art. 35-ter, Sentenza n. 28306/2023
Trattamento Degradante del Detenuto e Spazio in Cella: Cassazione su Art. 35-ter, Sentenza n. 28306/2023
Introduzione:
Con la sentenza n. 28306/2023 (udienza 7 aprile 2023, deposito 3 luglio 2023), la Sezione I della Corte di Cassazione penale si è pronunciata sul criterio di calcolo dello spazio vitale minimo all'interno delle celle carcerarie, ai fini della verifica del trattamento degradante e della conseguente applicazione dell'art. 35-ter della legge sull’ordinamento penitenziario.
⚖️ Principio di diritto affermato
La Corte ha stabilito che:
Per il calcolo della superficie minima spettante a ciascun detenuto:
Devono essere sottratti dalla superficie lorda della cella:
I letti, siano essi fissi o mobili.
Non devono essere sottratti:
Sgabelli,
Piccoli suppellettili.
Se il calpestabile netto risulta inferiore ai tre metri quadri per detenuto, si presume un trattamento degradante, salvo:
L'esistenza di un regime carcerario particolarmente evoluto (ad esempio, possibilità di permanenza fuori cella per molte ore al giorno).
In caso di violazione:
Il detenuto ha diritto al mezzo riparatorio previsto dall’art. 35-ter l. n. 354/1975:
Riduzione della pena,
Risarcimento del danno.
👉 La verifica concreta delle condizioni detentive è fondamentale per escludere il trattamento inumano o degradante sanzionato dalla CEDU.
🧾 Normativa di riferimento
Art. 3 CEDU – Divieto di trattamenti inumani o degradanti.
Art. 35-ter l. n. 354/1975 – Mezzi riparatori per violazione dei diritti dei detenuti.
Costituzione italiana, art. 27, comma 3 – Funzione rieducativa della pena.
📚 Rilevanza della pronuncia
La sentenza:
Consolida i criteri pratici per la valutazione dello spazio minimo detentivo,
Rafforza la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti,
Specifica gli effetti compensativi previsti in caso di trattamento carcerario degradante.