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Diffamazione e Offese ai Vigili: La Sentenza della Cassazione sulla Parola 'Carogne' – Sentenza n. 36468/2023

Diffamazione dei Vigili: La Sentenza della Cassazione su "Carogne" – Sentenza n. 36468/2023

Introduzione:

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 36468/2023, ha trattato un caso di diffamazione a carico di una cittadina che aveva definito "carogne" i vigili che l'avevano multata per la violazione delle prescrizioni COVID. La Cassazione ha confermato la decisione di archiviazione per particolare tenuità del fatto, ma ha chiarito che l'espressione utilizzata era difforme rispetto al comportamento legittimo dei vigili, configurando una gratuita offesa alla loro dignità.

⚖️ Analisi della Sentenza Cass. pen., n. 36468/2023

1. Il Caso:

L'imputata, dopo aver ricevuto una multa per aver violato le restrizioni COVID, aveva usato il termine "carogne" per riferirsi ai vigili urbani che l'avevano sanzionata. La cittadina ha giustificato l'espressione come una reazione emotiva, ma i giudici hanno ritenuto che tale termine fosse ingiustificatamente offensivo nei confronti del corpo di polizia locale.

2. La decisione della Cassazione:

La Corte ha confermato la archiviazione del caso per la particolare tenuità del fatto ma ha precisato che l'espressione utilizzata costituiva una diffamazione gratuita. La Cassazione ha escluso che il comportamento dei vigili fosse lesivo della dignità della cittadina, sottolineando che la multa era stata emessa in modo legittimo.

3. Importante precisazione della Cassazione:

Pur essendo il comportamento della cittadina ritenuto non particolarmente grave in relazione alla diffamazione, la Cassazione ha voluto chiarire che l'espressione "carogne" non ha alcuna giustificazione legata ai fatti. I vigili, nel loro operato, non avevano leso i diritti della cittadina e la multa era stata imposta per la violazione di prescrizioni legittime.

**4. Principio Giuridico:

In questo caso, la Cassazione ha ribadito il concetto che non tutte le espressioni offensive, seppur espresse in un contesto di frustrazione, possano essere giustificate. Anche se la condotta non è grave, deve essere sottolineata la necessità di una valutazione ponderata delle parole usate per evitare il danno all'onore e alla reputazione altrui.

📘 Legge e Giurisprudenza Rilevanti:

  • Art. 595 c.p. (Diffamazione) – Riguarda la diffamazione nei confronti di una persona, anche tramite espressioni verbali offensive.

  • Art. 50 Cost. – Diritto alla libertà di espressione, ma nel rispetto dei diritti altrui.

  • Art. 14 d.lgs. 23/2011 – Disposizioni in materia di sanzioni amministrative per violazioni legate al COVID-19.

📊 Risultati della Sentenza:

La Cassazione ha ribadito il rispetto dei diritti delle forze dell'ordine nel contesto della gestione delle violazioni delle leggi e ha lasciato inalterata la legittimità delle sanzioni imposte.

Il caso sottolinea anche l'importanza del rispetto della dignità delle persone, comprese le forze dell'ordine, e il fatto che le espressioni ingiuriose non possono essere giustificate in nessun caso.

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