Riparazione per Ingiusta Detenzione: Natura Indennitaria e Non Risarcitoria, Cassazione Penale n. 31223/2023
Riparazione per Ingiusta Detenzione: Natura Indennitaria e Non Risarcitoria, Cassazione Penale n. 31223/2023
Introduzione:
Con la sentenza n. 31223/2023 (udienza 9 giugno 2023, deposito 20 luglio 2023), la Sezione IV della Corte di Cassazione penale ha ribadito il principio secondo cui la riparazione per ingiusta detenzione ha natura indennitaria e non risarcitoria.
⚖️ Principio di diritto affermato
La Corte ha precisato che:
La riparazione per ingiusta detenzione:
Non costituisce un risarcimento del danno in senso tecnico,
Bensì una indennità concessa dall’ordinamento a tutela del diritto alla libertà personale, compromesso da una custodia cautelare ingiustificata.
La sua natura indennitaria:
Comporta un automatismo attenuato nell'accoglimento dell'istanza, soggetto a precisi presupposti di legge,
Esclude la necessità di provare il danno morale o materiale subito.
L’indennità:
È fondata sull’ingiustizia oggettiva della detenzione subita, a prescindere da ogni colpa o dolo dell'autorità giudiziaria.
👉 In particolare, la pronuncia ha riguardato un imputato assolto per i reati di cui agli artt. 73 e 74 del d.P.R. n. 309/1990 (Testo Unico sugli stupefacenti).
🧾 Normativa di riferimento
Art. 314 c.p.p. – Riparazione per ingiusta detenzione.
Art. 24 Costituzione – Diritto alla tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi.
Corte EDU – Giurisprudenza su libertà personale e tutela risarcitoria.
📚 Rilevanza della pronuncia
La sentenza:
Riafferma la differenza tra indennità e risarcimento,
Chiarisce i presupposti di accoglimento delle istanze di riparazione,
Consolida i diritti delle persone assolte a seguito di carcerazione preventiva.