Riforma Cartabia: La Volontà dell’Offeso Rileva anche se Espressa in Forma Tardiva - Cassazione Penale n. 6016/2024
Riforma Cartabia: La Volontà dell’Offeso Rileva anche se Espressa in Forma Tardiva - Cassazione Penale n. 6016/2024
Introduzione:
Con la sentenza n. 6016/2024 (udienza 9 gennaio 2024, deposito 12 febbraio 2024), la Sezione II della Corte di Cassazione penale ha affrontato una questione cruciale riguardante l’efficacia della volontà dell’offeso nel procedimento penale. In particolare, la Corte ha stabilito che, con la Riforma Cartabia, la volontà dell’offeso di perseguire l’autore del reato può essere rilevante anche se espressa in forma tardiva, ossia quando la querela non era richiesta, ma l’offeso manifesta successivamente l’intenzione di procedere.
⚖️ Principio di diritto affermato
La Corte ha stabilito che:
Mutamento del regime di procedibilità:
Nonostante il cambiamento del regime di procedibilità introdotto dalla Riforma Cartabia, che ha modificato le condizioni per l’esercizio dell’azione penale, la volontà dell’offeso può comunque essere valorizzata anche se espressa tardivamente. In tal caso, la volontà dell’offeso, se manifestata in modo irregolare, non preclude l’avvio del procedimento penale.
Valutazione della volontà dell’offeso:
La sentenza precisa che, anche nel caso in cui la querela non fosse inizialmente richiesta, una successiva manifestazione di volontà da parte dell’offeso può comunque essere presa in considerazione, in quanto rilevante per la procedibilità dell’azione penale.
👉 In sintesi, la Corte ha chiarito che, sotto la Riforma Cartabia, la volontà dell’offeso, anche se espressa in forma tardiva o irregolare, è un elemento che può influire sul processo, mantenendo rilevanza in quanto tale.
🧾 Normativa di riferimento
Art. 335 c.p.p. – Procedibilità dell’azione penale.
Art. 110 c.p. – Contravvenzioni perseguibili su querela della persona offesa.
📚 Rilevanza della pronuncia
La sentenza:
Riconosce che la Riforma Cartabia ha mutato le modalità di procedibilità, ma la volontà dell’offeso di procedere rimane un elemento determinante anche se espressa tardivamente.
Ribadisce l’importanza di tutelare i diritti della persona offesa, anche quando la sua dichiarazione di volontà arriva in un momento successivo alla commissione del reato.
La Cassazione ha confermato che il sistema giuridico consente comunque al giudice di valorizzare l’intenzione dell’offeso, pur nel contesto di modifiche normative che ne influenzano la formalizzazione.