Protagonista della vicenda in esame è un imputato, ritenuto responsabile del reato di cui all’art. 600-quater c.p., per aver detenuto all’interno di uno spazio virtuale (una cartella di media condivisi in una chat di gruppo di Telegram) più di 150 file contenenti materiale pedopornografico, con l’aggravante dell’ingente quantità.
Cass. pen., sez. III, ud. 4 aprile 2023 (dep. 4 settembre 2023), n. 36572