La Corte di Appello confermava la sentenza di condanna del Tribunale per il reato di cui all'art. 171-bis l. n. 633 del 1941 contestato a Tizio in riferimento alla abusiva duplicazione e detenzione di 845 programmi informatici, rinvenuti sui personal computer installati nelle postazioni di proprietà della società X, di cui l'imputato era legale rappresentante.
Cass. pen., sez III, ud. 8 novembre 2023 (dep. 24 gennaio 2024), n. 3024