Riprende vigore la richiesta avanzata da un detenuto. Evidente, sulla carta, la particolare gravità della situazione vissuta dalla donna, con inevitabili ripercussioni sul figlio. Necessario, però, accertare in concreto se la condizione patologica da cui è affetta l’anziana madre del detenuto sia tale da incidere significativamente sulle sue facoltà mentali e, con esse, sulla sua capacità di relazione con il figlio.
Cass. pen., sez. I, ud. 15 settembre 2023 (dep. 9 ottobre 2023), n. 40923