La Suprema Corte si pronuncia sull'elemento della minaccia, chiarendo se possa essere integrato anche in difetto di una carica intimidatoria direttamente riferibile alla condotta realizzata dall'agente, che sfrutta ed utilizza il contesto di luogo, di tempo e di caratterizzazione socio-ambientale per trasmettere comunicazioni con l'intento di forzare la volontà altrui.
Cass. pen., sez II, ud. 5 aprile 2023 (dep. 22 settembre 2023), n. 38715